Marche Cucina tipica regionale e contesto storico-culturale dell'agroalimentare: Quest’ermo colle

Marche Cucina tipica regionale e contesto storico-culturale dell'agroalimentare: Quest’ermo colle

Olio Extravergine di Oliva Cartoceto


Quest’ermo colle

Olio Extravergine di Oliva Cartoceto

Senza dubbio le colline sono il tratto dominante del paesaggio marchigiano: estese sui due terzi del territorio, esposte alle brezze di mare, costituiscono l’ambiente ideale per la coltura dell’ulivo e della vite. Gli uliveti ricoprono le alture che corrono parallele alla costa lungo tutta l’estensione della regione, ma è sui Colli Pesaresi, nell’entroterra di Fano, che si produce l’olio più rinomato delle Marche, l’Olio Extravergine di Oliva Cartoceto DOP. Nelle campagne circostanti il grazioso borgo di Cartoceto l’olivicoltura ha radici antichissime, che trovano testimonianza in documenti di età medievale: un passato che rende ragione della qualità di un olio dal colore verde dorato e dall’armonico equilibrio di note fruttate e piccanti. Come le olive, i grappoli d’uva maturano da secoli sulle colline marchigiane, e da secoli offrono la materia prima per l’attività di vinificazione: i vini della regione erano già famosi nel Medioevo, specialmente le vernacce dolci, tanto diffuse quanto amate all’epoca, di cui è erede la Vernaccia di Serrapetrona DOCG. È questo un eccezionale rosso spumante, prodotto nelle tipologie Secco e Dolce a partire da uve Vernaccia Nera: la versione Dolce è certamente la più caratteristica. Con il suo colore rosso violaceo, la sua spuma fine e persistente, il suo fragrante aroma floreale e il suo gusto intenso, costituisce un ottimo vino da dessert, da sorseggiare con i dolci secchi della tradizione locale o da assaporare da solo. Ancora un riconoscimento di prestigio per il Conero DOCG, un marchio che tutela la versione Riserva della DOC Rosso Conero. Le uve Montepulciano d’Abruzzo, con un’aggiunta di Sangiovese, sono raccolte sul Conero, dove la montagna incontra il mare. Il Conero DOCG, invecchiato per almeno due anni, seduce con la luminosità dei riflessi color granato, con l’ampiezza di un profumo suadente e avvolgente, con la calda pienezza di un gusto armonico e corposo.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Ma il vino più famoso delle Marche è un bianco, il Verdicchio, protagonista delle due DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica. Il Verdicchio, antico vitigno tutto marchigiano, è coltivato nell’entroterra di Ancona e di Macerata, a dar vita a due vini dalla diversa personalità, determinata in gran parte dai differenti caratteri ambientali delle rispettive zone di produzione. I terreni dei Castelli di Jesi respirano l’aria del mare, che infonde al vino una fresca fragranza: profumato di frutta e di fiori, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, dal sapore fine ed equilibrato, ha goduto di grande fama nel lontano passato e ha conquistato il favore dei mercati internazionali in tempi a noi più vicini. Le caratteristiche bottiglie a forma di anfora scelte da molti produttori sono tra i simboli della regione, immancabile complemento di una tavola imbandita con i piatti di pesce della cucina costiera. Più all’interno, nell’approssimarsi dell’Appennino, la ristretta zona di produzione del Verdicchio di Matelica, meno esposta agli influssi marini, è interessata da un clima quasi continentale, che conferisce caratteristiche di corposità e attitudine all’invecchiamento a un vino chiaro e delicatamente profumato. In versione Passito il Verdicchio di Matelica acquista un’ampia fragranza e un dolce sapore vellutato: l’ideale a fine pasto.


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